«Di che vestito stoparlando? Di una semplice parola del vocabolario italiano che si chiama Amare. Di quale anticlericalismo si parla, di laicità dello stato e di attacchi da farsi alla religione cattolica!»
Stridente e coraggiosa, l’opera di Angelo Lucisano potrebbe essere definita “monumentale”, non soltanto per la grande quantità di informazioni che ci elargisce, ma per l’evidente impegno che un simile lavoro deve evidentemente aver richiesto. Potremmo definirlo un testo che traccia delle linee di raccordo tra concetti estremamente importanti, complessi e reciprocamente distanti come la filosofia, la linguistica, la teologia e la filologia, ma con inevitabili collegamenti alla scienza, alla sociologia, all’antropologia, alla psicologia e all’esoterismo, a volte più diretti, altre volte riservati a quei lettori che hanno “l’occhio lungo”. In che modo la lingua italiana gioca il suo ruolo così determinante in relazione alla spiritualità (religiosa o meno che sia)? Semplicemente fornendo le parole, tanto per tramandarla quanto per discuterla, tanto per sostenerla quanto per tentare di confutarla. In questo caso, più che mai, le parole sono veri e propri strumenti per analizzare alcune tra le più complesse e controverse idee che l’umanità sia mai stata in grado di generare.
Angelo Lucisano è un “giovane” sessantenne che nasce a Bologna il 7 aprile 1958 da genitori calabresi che emigrarono negli anni ’50 al nord Italia; dopo aver cambiato più volte residenza i suoi genitori si stabiliscono in giovane età nella città di Bologna con i loro quattro figli. Attualmente risiede nel paese di Monterenzio nella sua villetta sita fra i boschi e le colline bolognesi, a sud della città di Bologna, a pochi chilometri dal confine con la regione Toscana, a circa settanta chilometri da Firenze. Si è trasferito qui, dopo aver risieduto per circa quaranta anni con la propria famiglia a Bologna.
- Genere: Narrativa
- Listino: € 20,00
- Editore: Vertigo
- Collana: Approdi
- Pagine: 690
- Lingua: Italiano
- EAN: 9788862065917